Diamante “il Paese dei Nasi all’Insù”

Dalla prima Operazione Murales del 1981 ad OSA 2017

Era il 1981 quando il pittore Nani Razetti e l’ingegnere Evasio Pascale, allora sindaco di Diamante, ebbero la geniale intuizione di dare il via alla cosiddetta “Operazione Murales”, che avrebbe portato il nostro paese ad essere conosciuto ed ammirato in tutto il mondo come “La Città dei Murales”, un immenso museo a cielo aperto che lo stesso Razetti ribattezzò come “Il Paese dei nasi all’insù”. Era il giugno del 1981 quando a Diamante giunsero 40 esperti, tra giornalisti e critici d’arte, per documentare la realizzazione, ad opera di artisti italiani e stranieri, di 80 murales; un evento non solo artistico, ma anche culturale e turistico di straordinaria rilevanza. Una felice intuizione quella di Razetti e Pascale, riproposta poi nel corso degli anni, che ha cambiato per sempre il volto del paese, facendo rivivere il centro storico e molte altre zone. Nel 2014, ad un anno dalla morte del maestro Razetti (20 ottobre 2013), è stato istituito il “Premio di Pittura Nani Razetti”, rivolto ai giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti, che giungono ogni anno a Diamante per continuare ad abbellire «il paese dei nasi all’insù dove i vestiti appesi ad asciugare si intersecano e mischiano con le ‘nserte di peperoncini piccanti, con i colori forti o tenui delle pitture, i ricordi della gente che incuriosita si affaccia a osservare chi osserva» (F. Cirillo, “Quando i muri cominciano a parlare”). Arriviamo così al 2017, quando Diamante, attraverso il progetto OSA – Operazione Street Art, patrocinato dal Comune di Diamante e curato dal giovane artista diamantese Antonino Perrotta, con la collaborazione di Francesco Cirillo, apre le porte all’arte urbana; dal 20 giugno all’8 luglio, dieci artisti hanno realizzato otto nuovi murales, tra Diamante e Cirella,​ passando dalla tecnica classica dell’acrilico su muro all’utilizzo delle bombolette spray. Moby Dick, Flavio Solo, Diamond, Giusy Guerriero, Ferdinando Fedele, Flavio Puglisi, Antonino Perrotta, Francesco Cirillo, Violetta Carpino, TMX: questi gli artisti che hanno lavorato a titolo gratuito, a parte vitto, alloggio e… colori!

La rassegna OSA 2017 è stata dedicata al tema delle “migrazioni”, prendendo spunto dalla storia di Samir, un migrante egiziano di 20 anni, giunto cadavere a Pozzallo (rappresentata in un murale proprio dai curatori, Perrotta e Cirillo). Samir aveva in tasca questa lettera, sigillata in una busta di plastica: «Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga! Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre Samir». Durante la conferenza stampa, l’Assessore alla cultura, Franco Maiolino, ha definito OSA «un’iniziativa all’insegna della continuità e dell’innovazione». Continuità poiché Diamante, fin dal 1981, vanta l’esperienza artistica di circa 250 murales, che la caratterizzano, appunto, come “La Città dei Murales”; innovazione perché dalla concezione classica dell’opera dipinta su muro, quest’anno è stato intrapreso un percorso alternativo, volto verso nuove esperienze artistiche. Ma Diamante ha già “deviato” altre volte dal percorso classico, ad esempio con i muri dedicati alle vignette, realizzate da grandi vignettisti di giornali italiani, quali La Repubblica, L’Espresso, Il Corriere della Sera, ecc. Lo stesso Razetti fece una grande “deviazione”, quando portò i murales all’interno della Chiesta di Gesù Buon Pastore. In seguito, si portarono sui muri di Diamante anche le poesie. «Oggi, con OSA, ci avviciniamo alle grandi metropoli europee» – ha sottolineato Francesco Cirillo – «cerchiamo di metterci al passo con le nuove prospettive artistiche e dunque… osiamo!».

Carla Sollazzo

Razzetti e Pascale - Murales Diamante

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